"l'agroecologia e le agricolture organiche" è una mostra itinerante realizzata nell'ambito del bando interreg italia svizzera nel progetto ci inviava al progetto per lo sviluppo sinergico dell'agricoltura biologica in valtellina e val poschiavo la mostra è stata realizzata dalla comunità montana valtellina di sondrio su progettazione della fondazione fojanini di studi superiori in questo primo pannello sono messi a confronto ridico sistemi naturali e gli agro-ecosistemi nella loro struttura organizzativa e nella loro funzionalità gli ecosistemi naturali funzionano e sono costituiti grazie a un flusso di energia l'energia solare che li attraversa questa energia viene catturata dai cosiddetti organismi produttori che sono sostanzialmente gli organismi vegetali le piante mediante il processo di fotosintesi con questo processo le degli elementi minerali vengono trasformati in elementi organici in sostanza organica vengono create queste grosse molecole nei cui legami viene immagazzinata conservata l'energia solare questa energia viene poi distribuita dalle piante dal mondo vegetale a tutti gli altri organismi viventi che vivono dentro gli ecosistemi dapprima i cosiddetti consumatori che sono gli animali gli articoli successivamente a organismi inferiori dei compositori detriti vari che degradano queste grosse molecole organiche ricostituendo le materie minerali di partenza quindi l'ecosistema si conserva grazie a un flusso di energia ea questo ciclo chiuso della materia organica ladro ecosistema conserva sostanzialmente la struttura organizzativa e il funzionamento degli ecosistemi naturali ma con almeno quattro differenze fondamentali la prima riguarda la sostituzione delle specie spontanee vegetali selvatiche sia dei produttori che dei consumatori con altre specie nel primo caso saranno le colture agrarie nel secondo caso sono gli animali domestici una seconda differenza fondamentale riguarda il flusso di energia nell'ecosistema naturale è solo il flusso di energia solare qui si aggiunge un altro flusso di energia che talvolta diventa preponderante rispetto alla stessa energia solare dell'energia sussidiari un'energia di natura tecnologica dovuta essenzialmente all'uomo costituita sia da energia vera e propria pensiamo al carburanti che fanno funzionare le macchine ma da tutto ciò che entra e che non è naturale nell'ecosistema quindi le macchine le attrezzature e tutti i materiali concimi fertilizzanti antiparassitari tutto ciò che non è naturale va a costituire questo flusso di energia sussidiaria che chiude l'energia solare rappresenta il vero regolatore degli agroecosistemi una terza differenza importante riguarda il ciclo della materia organica che abbiamo visto essere chiuso negli ecosistemi naturali qui invece al ciclo viene aperto viene aperto in due modi anzitutto attraverso i prelievi che l'uomo fa sia tra i produttori che tra i consumatori ed è il cibo sono le materie prime per cui vengono costituiti i sistemi agrari una seconda apertura del ciclo sia con la produzione di scarti purtroppo l'energia tecnologica sussidiaria non ha la stessa efficienza dell'energia naturale fotosintetica non può essere utilizzata tutta ma si producono degli scarti scarti di varia natura che possono poi andare ad alterare inquinare in qualche modo d'atmosfera ditro sfera e anche i suoni una quarta differenza riguarda il livello di biodiversità quando trasformiamo né col sistema naturali in un agro ecosistema necessariamente perdiamo della biodiversità questa perdita può essere più o meno ingente a seconda del tipo di agricoltura ma questo lo vedremo successivamente diciamo che la perdita di biodiversità è il prezzo che in qualche modo dobbiamo pagare l'uomo deve pagare alla produzione del cibo più elevato il flusso di energia sussidiaria più l'agro alcol sistema si allontana dalle col sistema naturale esasperando un po quelli che sono i suoi tratti distintivi in particolare aumentando la produzione di cibo e materie prime ahimè aumentando anche quelli che sono i limiti difetti dell'agroecosistema in particolare la diminuzione della biodiversità l'aumento degli scarti e la diminuzione dell'efficienza energetica del processo perché l'energia sussidiario sappiamo tecnologica sappiamo avere un rendimento inferiore all'energia fotosintetica viceversa se il flusso rimane su livelli bassi il sistema tende a mantenere tratti di naturalità quindi assomigliare di più all ecosistema naturale questo garantisce una maggiore efficienza in base all'intensità di questo flusso possiamo distinguere due grandi modelli di agricoltura da una parte l'agricoltura industriale intensivo convenzionale che ha un alto flusso di energia sussidiaria dall'altra invece l'agroecologia o meglio le varie forme di agricoltura che si riconoscono nella agroecologia che invece hanno un basso flusso di intensità sussidiare quindi tendono a mantenere tratti importanti di naturalità l'agricoltura industriale così chiamata perché adotta i criteri organizzativi dell'industria e quindi è figlia della rivoluzione industriale diciamo è figlia della società dei combustibili fossili perché avendo un alto flusso di energia sussidiaria fa un massiccio ricorso ai combustibili fossili contrariamente a quello che si pensa non è l'agricoltura industriale a sfamare il mondo perché la produzione industriale va principalmente a sfamare gli animali domestici l'allevamento e più di recente anche la produzione di agrocarburanti l'agroecologia invece spa ma più direttamente l'umanità il flusso il basso flusso di energia sussidiaria la rende un agricoltura sostanzialmente di tipo naturale viene definita appunto di tipo organico nei grafici sotto vediamo come la popolazione umana al 70 per cento sia nutrita ancora da questa dall agricoltura contadina un'agricoltura che appunto si rifà ai criteri della dro ecologia la maggiore efficienza dell'agroecologia rispetto all'agricoltura industriale e si manifesta ad esempio in un minor consumo di acqua l'agricoltura contadina consuma solo il 30 per cento del consumo globale di acqua in agricoltura mentre il 70 per cento dall'agricoltura industriale e consuma solo il 20 per cento dei combustibili fossili a fronte dell 80 per cento consumata dall'agricoltura industriale un altro elemento che distingue l'agricoltura industriale dall'agricolo jia si rifà ai cosiddetti servizi ecosistemici questi servizi eco sistemici sono tutte quelle funzioni che gli ecosistemi naturali anzitutto forniscono per la vita dell'umanità oltre alla fornitura di materie prime cibo eccetera comprendono servizi di regolazione molto articolati servizi di supporto e servizi di tipo culturale ebbene alcuni di questi servizi sono svolti anche dagli agroecosistemi ma anche qui c'è questa distinzione importante perché all'aumentare del flusso di energia sussidiaria tendono a scemare questi servizi ecosistemici invece l'agroecologia che si mantiene vicina come funzionamento dell'agroecosistema gli ecosistemi naturali queste funzioni vengono meglio esplicate vediamo ora più in dettaglio i due modelli di agricoltura l'agricoltura industriale nasce sostanzialmente gli inizi del secolo scorso con alcune grandi innovazione tecnologica nel campo del miglioramento genetico della meccanica della meccanizzazione e della chimica si diffonde tuttavia in modo massiccio a partire dagli anni sessanta grazie alla cosiddetta rivoluzione verde cioè quel grande piano lanciato dalla fao per affrontare il problema della fame nel mondo in realtà la rivoluzione verde non raggiunge i risultati sperati se non in un aree circoscritte sostanzialmente per ragioni di tipo sociale culturale politico ma anche per alcuni limiti intrinseci al modello di agricoltura industriale un primo limite è la dipendenza dai combustibili fossili l'uso massiccio di chimica di genetica e di meccanizzazione in queste forme di agricoltura così intensiva comportano un grande dispendio di energia che proviene principalmente dai combustibili fossili petrolio in primo luogo il flusso di energia sussidiaria supera in queste agricolture il flusso di energia fotosintetica naturale questo fece dire a più uno dei padri della dell'ecologia che in queste forme di agricoltura e come se c'e nutrissimo di petrolio un secondo effetto riguarda la fertilità dei suoli sappiamo che la fertilità dei suoli e garantita principalmente dalla presenza dell'humus cioè questa sostanza organica molto strutturata che rende adatto il suolo ad ospitare i vegetali da un punto di vista fisico e da un punto di vista biologico e in terzo luogo anche da un punto di vista chimico la fertilità sappiamo che la combinazione di una componente fisica biologica e chimica si stima che nel corso del ventesimo secolo i suoli agrari abbiano perso dal 30 al 75 per cento della sostanza organica e questo è un bel problema perché quando il livello di uno scende al di sotto di un certo livello i suoli desertificano perdono totalmente la loro capacità produttiva un altro difetto è la bassa efficienza energetica abbiamo già detto che l'energia sussidiaria non ha la stessa efficienza dell'energia naturale foto sintetica ma è molto meno efficiente quindi produce più scarti tra questi scarti in particolare vi sono il gas serra e l'agricoltura industriale da un grosso contributo ahimè al cambiamento climatico ed è accusata di essere tra i principali responsabili di questo problema tra le maggiori criticità dell'agricoltura industriale vi è senz'altro l'uso di molecole chimiche di sintesi diserbanti antiparassitari concimi chimici nei campi antibiotici ed ormoni negli allevamenti direttamente con i prodotti derivanti dalla loro degradazione vanno a contaminare l'aria l'acqua e suoni distruggendo biodiversità e minacciando la salute delle popolazioni vi è una mole enorme di studi scientifici che hanno dimostrato come l'esposizione a pesticidi possa causare molte malattie cronico degenerative tra le più gravi come il cancro l'alzheimer l'asl ha il diabete possa provocare alterazioni genetiche soprattutto nei bambini i bambini sono particolarmente esposti già dalla fase di gravidanza e le alterazioni si possono manifestare sia a livello genetico che epigenetico e trasmettersi per molte generazioni un problema che sta diventando sempre più grave e l'antibiotico resistenza è uno tra i fattori principali di questo di questo fenomeno è senz'altro l'abuso che viene fatto di antibiotici negli allevamenti intensivi l'uso è un uso di fatto sistematico che diventa necessario per controllare le cosiddette tecnopatie cioè quelle malattie che sono legate a una produttività esasperata eccessiva agli stress che questo comporta per gli animali e al sovraffollamento anche l'uso della genetica comporta alcune criticità sappiamo che la genetica entra in agricoltura attraverso due vie il miglioramento genetico classico che consiste nel selezionare dei soggetti che hanno certi caratteri e desiderati e riprodurli in modo da diffondere questi caratteri la seconda via più recente è quella degli organismi geneticamente modificati ogm negli ultimi tempi si sta diffondendo una nuova tecnica di manipolazione genetica che il genoma editing che consente degli interventi più mirati e più precisi in ogni caso i prodotti di queste manipolazioni genetiche comportano dei rischi rischi per la salute dei consumatori e rischi per l'ambiente questi rischi sono documentati da una vasta documentazione scientifica abbiamo poi due limiti potremmo dire di carattere sociale il primo è che l'agricoltura intensiva industriale è un modello di agricoltura a bassa intensità di lavoro e alto capitale tecnologico sappiamo che gli investimenti in tecnologia normalmente vanno a ridurre l'occupazione quindi l'agricoltura industriale certamente occupa meno personale che non l'agricoltura tradizionale contadina quindi non è un'agricoltura ad esempio favorevole per una nuova occupazione giovanile il secondo limite di tipo sociale o culturale potremmo anche dire è che l'agricoltura industriale scimmiottando appunto l'industria ha trasformato il contadino in un imprenditore facendogli perdere quel legame con la terra che caratterizzava il contadino il nell'agricoltura industriale la terra non è più quella entità sacra per certi aspetti che era nell'agricoltura tradizionale ma diventa un fattore di produzione come qualsiasi altro fattore di produzione e capita diventa quindi un capitale da far fruttare per generare del profitto si rompe così assolutamente quella legame che invece c'era nella colture tradizionali e contadine quel legame tra generazioni che rappresenta uno dei cardini del concetto di sostenibilità un ultimo difetto dell'agricoltura industriale si potrebbe definire strutturale puntando sulla specializzazione e la standardizzazione l'agricoltura industriale semplifica il sistema e loro omologa ai medesimi criteri agronomici i medesimi criteri organizzativi ma le stesse specie e varietà razzi coat i ping sono coltivati o allevati in ogni contesto allo stesso modo senza tenere conto delle diversità climatiche e pedologiche sociali e culturali dei luoghi quindi se a una sorta di banalizzazione dei paesaggi agrari sia soprattutto una perdita di agro biodiversità sia la perdita anche di quelle conoscenze quei saperi tradizionali e locali che hanno fatto in qualche modo la storia delle comunità rurali la perdita della biodiversità è forse l'elemento più preoccupante perché mantenere alta la gra biodiversità come negli ecosistemi naturali mantenere alta la biodiversità significa conservare dei sistemi robusti residenti flessibili in grado di adattarsi ai cambiamenti mentre un tempo nella sua storia l'umanità si è nutrita con più di 8 mila specie vegetali oggi poche centinaia di specie nutrono tutta l'umanità e addirittura sette specie forniscono al 75 per cento del cibo mondiale la stessa perdita di aldi agro biodiversità si è verificata anche all'interno delle specie coltivate e allevato cioè a livello di diversità genetica abbiamo perso la 80 90 per cento degli ecotipi delle varietà delle razze coltivate e allevate passando all'agro ecologia occorre anzitutto precisare come il termine agroecologia non identifichi solamente un modello di agricoltura una pratica cui fanno riferimento le agricolture organiche ma identifica anche una disciplina scientifica è un movimento come disciplina l'agroecologia una storia piuttosto recente nasce pochi decenni fa cercando di coniugare le conoscenze agronomiche dell'agronomia classica con le conoscenze dell'ecologia in particolare l'agroecologia studia l'applicazione dei concetti ed i principi ecologici alla produzione del cibo al sistema agroalimentare sia a livello di campo quindi di agro il col sistema per salire poi a livello di azienda per arrivare poi all'intero sistema agroalimentare il movimento dell'agroecologia è molto diffuso soprattutto nei paesi dell'america latina ha delle radici ovviamente nel movimento ambientalista e ha come obiettivo di promuovere uno sviluppo rurale sostenibile nella triplice coniugazione ambientale sociale ed economica la mostra si occupa dell'agroecologia come pratica da questo punto di vista si può dire che l'agroecologia è molto antica perché è stata praticata fin dagli albori dell'agricoltura quindi dobbiamo tornare indietro di 10 mila anni quando le tribù del paleolitico le tribù nomadi del paleolitico un certo punto divennero stanziali e cominciarono a produrre direttamente il cibo che si convertirono all'agricoltura e all'allevamento per quelle tribù logico applicare anche alla produzione del cibo cioè l'agricoltura le leggi naturali degli ecosistemi di cui avevano una profonda conoscenza vivendo è sì in sostanziale armonia con la natura anche nel prosieguo i principi dell'agroecologia ispirarono sempre accompagnarono lo sviluppo dell'agricoltura certamente con qualche tradimento l'ultimo dei quali appunto con l'industrializzazione dell'agricoltura la pratica agroecologica segue con un approccio sistemico olistico al centro c'è l'attenzione per il terreno tutto ruota attorno alla conservazione e al miglioramento della fertilità del terreno è questa questa attenzione al terreno si manifesta anzitutto tenendo insieme l'agricoltura e l'allevamento questa unione tra agricoltura e allevamento è il cardine il centro fondamentale per potere garantire la sostenibilità all'agricoltura conservando appunto la sostanza organica del terreno l'approccio olistico però si osserva anche rispetto ad altri tre poli tre nodi importanti l'ambiente il consumatore e la cultura e l'identità dei luoghi anche qui la pratica al garko logica tenta di tenere insieme tutte queste tre attenzioni quindi grande attenzione per l'ambiente appunto cercando di adottare quei principi ecologici che garantiscono sostenibilità agli agroecosistemi ma grande attenzione anche alla storia l'identità la cultura dei territori cioè l'agroecologia non omologa ma cerca di valorizzare le specificità le identità dei territori e infine grande attenzione al consumatore grande attenzione offrire al consumatore un cibo sano e nutriente queste diverse attenzioni si fondano su alcuni principi fondamentali innanzitutto vi è il rifiuto di tecnologie che impattano sull'ambiente e sulla salute dei consumatori vi è poi il divieto al chiuso delle molecole di sintesi ea ogni manipolazione genetica a fronte di questi vincoli e restrizioni si cerca invece di valorizzare tutta una serie di elementi si cerca di mantenere un'elevata biodiversità degli agroecosistemi perché sappiamo che questo essere la condizione per dare robustezza e flessibilità agli albori ecosistemi si punta a non sciupare le risorse in particolare vi è grande attenzione a risparmiare a non sprecare le risorse non rinnovabili si cerca di imitare i principi dei processi ecologici perché questo sappiamo essere un'altra condizione per la sostenibilità dell'agroecosistema si cerca di minimizzare l'energia sussidiaria che sappiamo avere una scarsa efficienza e infine si cerca di valorizzare quelle che sono le conoscenze tradizionali dei territori in rete di scambio i metodi partecipativi si cerca di promuovere e sostenere l'orgoglio di appartenenza dentro le comunità rurali l'identità delle comunità rurali la coesione sociale dentro le comunità rurali infine si cerca di operare in sinergia con tutti gli altri organismi viventi attraverso quella che viene definita un etologia di tipo collaborativo nella gestione dell'agroecosistema vi sono due elementi cardine la gestione della fertilità del suolo e il controllo delle avversità la gestione delle avversità del suo della fertilità del suolo mira a conservare o aumentare la sostanza organica perché questa è la condizione perché un suolo sia fertile questo viene ricercato attraverso l'adozione di tecniche colturali particolari né avvicendamenti una lavorazione mineo nessuna lavorazione del terreno l'introduzione nelle rotazioni di colture foraggere in particolare leguminose che oltre ad arricchire di azoto il terreno attraverso la simbiosi episodica hanno anche una potente azione strutturante sul sulla sulla matrice suolo infine il sovescio che consiste nell'inter lamento dei residui della cultura precedente la seconda la seconda azione che va ha perso una conservazione alla sostanza organica e la fertilizzazione in agroecologia la fertilizzazione principalmente di tipo organico quindi con i reflui zootecnici o laddove carenti o mancanti attraverso delle matrici organiche di vario tipo reperibili nel territorio si può anche praticare una concimazione minerale utilizzando però solamente minerali primari non concimi di sintesi il controllo delle avversità mira a contenere l'invasione di piante infestanti di parassiti e di malattie si realizza anzitutto il modo indiretto attraverso delle buone pratiche agronomiche quelle di cui si parlava anche riguardo della gestione della fertilità del suolo e poi ci sono delle ovviamente degli interventi molto potenti in questo senso che sono gli avvicendamenti perché al infestanti ad esempio tendono a seguire la cultura cioè di cultura una sua popolazione di infestanti quindi se io sul terreno faccio succedere cultura diverse riesco a controllare le invasioni di queste malerbe un'altra tecnica ea cui si può ricorrere è la pacciamatura cioè ricoprimento del terreno con matrici di tipo organico di altro tipo che impediscono la crescita di queste infestanti ancora le false semine che consistono nel fare preparare il terreno come se dovesse essere seminato non s'è binari e lasciare crescere le erbacce e intervenire successivamente distruggendo le erbacce e con la fa con la semina effettiva quando queste le procedure di tipo indiretto non bastano a contenere le avversità si può ricorrere a degli interventi diretti questi interventi possono essere di tipo biologico fisico meccanico chimico gli interventi di tipo biologico e vengono realizzati introducendo nell'agro ecosistema dei competitori naturali o anche sfruttando il fenomeno della lelo patia cioè la produzione di sostanze particolari da parte di una specie che risultano tossiche per altre specie quindi combinando il kun in questo modo le specie io posso controllare lo sviluppo di altre delle malerbe delle infestanti interventi di tipo fisico meccanico prevedono l'uso dell'acqua del fuoco le lavorazioni trappole barriere a seconda delle colture dei sistemi agrari infine si possono praticare anche interventi di tipo chimico ma questi sono limitati all uso di diserbi di tipo biochimico quindi con prodotti naturali utilizzo con di attraenti e repellenti per i parassiti e l'utilizzo di antiparassitari contro le crittogrammi ma antiparassitari naturali mai di sintesi passando ad allevamento agroecologico nel caso dei ruminanti vi sono quattro criteri di base il primo è una particolare attenzione al benessere degli animali gli animali non sono considerati semplici fornitori di cibo e materie prime per l'uomo ma sono esseri senzienti capaci di emozioni e sentimenti quindi e fondamentali rispetto delle loro esigenze psicofisiche tra l'altro questa è la condizione per mantenerli in salute per evitare sofferenze stress tutelando l'ambiente la qualità delle produzioni questa attenzione al benessere e si estrinseca in una nella riproduzione nella scelta della riproduzione naturale nessuna motivazione viene praticata dagli animali nessun utilizzo di molecole farmacologiche e tossiche utilizzo dei farmaci solo nei casi di stretta necessità il secondo criterio base la valorizzazione delle razze dei biotipi locali razzi biotipi locali sono quelli che si sono selezionati nell'ambiente o meglio dovremmo dire che si sono selezionati eco evoluti nell'ambiente perché l'evoluzione non è mai un fatto individuale ma è sempre un fatto in qualche modo di comunità collettivo e genotipi selezionati si in cui certi ambienti sono i più adatti a valorizzare quegli ambienti a vivere in quegli ambienti sono gli animali che sanno trasformare il meglio con maggiore efficienza di risorse foraggere tradizionali foraggi sanno vivere meglio all'aperto più rustici più resistente alle malattie di stress e soprattutto sono quelli che garantiscono anche tipicità alle produzioni il terzo criterio base per l'allenamento agroecologico dei ruminanti è quello di fornire delle razioni alimentari con elevato contenuto di foraggi la natura ha prodotto illuminante per digerire la cellulosa questo diciamo il loro ruolo ecologico e così facendo gli animali ruminanti domestici rendono di fatto la cellulosa digeribile all'uomo attraverso gli alimenti latte carne di alimenti che producono con la rivoluzione industriale l'allevamento sia intensificato e sia industrializzato è stata fatta una selezione molto spinta per le rese per la perle regia soprattutto in latte ma anche in carne per cui questi animali non possono più essere alimentati unicamente con dei foraggi perché non si riesce a coprire i loro fabbisogni che sono veramente elevati bisogna ricorrere a integrazione con alimenti concentrati cereali legumi altri alimenti nobili che potrebbero essere consumati direttamente dall'uomo si viene così a creare una sorta di competizione per l'uso delle terre una competizione che rispetto alla presenza ancora di quasi un miliardo di affamati sul pianeta non rappresenta certo una scelta intelligente perché nella trasformazione di un vegetale in un prodotto animale si perde grosso modo la 80 90 per cento come se buttassimo vi all 80 90 per cento del cibo infine il quarto criterio di base è la pratica del pascolo il pascolamento è la forma più naturale semplice ed efficace per valorizzare i foraggi perché sono gli animali che direttamente prelevano il foraggio senza che l'uomo intervenga anche gli investimenti in termini di strutture infrastrutture sono veramente minimali e quindi anche l'efficienza economica del pascolamento è certamente molto elevata oltretutto il pascolamento garantisce agli animali la vita all'aria aperta in ambiente sani quindi anche rispetto al bene al loro benessere al mantenimento dello stato di salute rappresenta una scelta estremamente oculata e importante il pascolo metto rappresenta anche l'elemento caratterizzante l'allevamento agroecologico nei suini e nel pollame si tratta di pascolamento in bosco con i pascoli il pascolamento presenta tutta una serie di vantaggi innanzitutto rispetta di più l'etologia degli animali quindi il comportamento naturale l'istinto naturale degli animali in secondo luogo riduce la dipendenza dai cereali da legumi come nel caso dell'allevamento dei bovini ancora può ridurre fino ad eliminare l'uso di antibiotici e di altri presidi sanitari e infine riduce quelle forme di aggressività e di cannibalismo che sono ahimè molto frequente negli allevamenti intensivi questo consente di evitare tutte quelle forme di mutilazione che vengono normalmente praticate negli allevamenti intensivi dobbiamo guardare all'agro ecologia come una sorta di contenitore nel quale confluiscono anzitutto le agricolture tradizionali contadine ma poi anche quelle forme di agricoltura che moderna più recenti che possiamo raggruppare nelle agricolture organi che qui vediamo rappresentate le più note le più famose di queste con i loro riferimenti o fondatori l'agricoltura biodinamica ma come riferimento culturale rudolf steiner l'antroposofia di rudolf steiner e come riferimento agronomico pfeiffer l'agricoltura biologica che ha molti tratti in comune con l'agricoltura gli ordinari biodinamica che ha come padre fondatore howard poi vediamo invece l'agricoltura naturale di masanobu fukuoka quindi questa viene dall'oriente e l'agricoltura che viene definita anche del mou che vuol dire assenza nulla o del non fare perché il criterio di base che affonda le radici nella filosofia nel buddismo zen è che sia la natura ad operare l'uomo deve solo assecondare i processi della natura l'agricoltura sinergica che ha come fondatrice emilia se li l'adattamento alle condizioni mediterranee nei principi dell'agricoltura naturale di maso nuovo fukuoka e della permacultura la permacultura è nata invece in in australia ad opera di morrison e holdren e guarda ladro ecosistema come se fosse una sorta di foresta alimentari quindi cerca di creare degli ecosistemi che producono il cibo e le materie prime per per la vita per il sostentamento di una società tra le agricolture organiche e l'agricoltura biologica la più diffusa è la più nota qui vediamo alcuni dati relativi al mercato del biologico in europa nel grafico sopra vediamo l'incidenza del mercato del biologico rispetto all'intero mercato alimentare vediamo che si va da un 7,6 per cento per la danimarca che leader si scende a meno del 2 per cento in paesi come la croazia e la slovenia l'italia da questo punto di vista non è messa bene non è messa bene compare un po nel tranne nel fanalino di coda la stessa situazione emerge nel grafico sotto relativo ai consumi pro capite di alimenti e bevande biologiche anche qui vediamo che a fronte di paesi come la svizzera danimarca con consumi che tendono essere molto elevati molto significativi l'italia si colloca ancora un po tra le posizioni di coda però l'italia invece è leader per quanto riguarda la produzione del dio il 14 per cento della superficie agraria nazionale che è destinata alla coltivazione in regime biologico le aziende che operano in biologico sono 72 mila con un giro d'affari di 3 miliardi di euro ed occupano 300mila addetti di cui 60 per cento sono laureati e diplomati questo è un dato decisamente superiore all agricoltura industriale a dimostrazione di come l'agricoltura biologica non sia sia molto sia più evoluta più moderna rispetto all'agricoltura l'industriale infatti richiede delle conoscenze superiori perché nel biologico non si può ricorrere a quelle tecnologie come si fa nel sistema industriale che semplificano molto le procedure la vita nelle lavorazioni insistito l'agricoltura biologica è in costante e rapida espansione da alcuni decenni un po in tutti i continenti limitando di osservazione al nostro paese all'italia ad esempio vediamo che in un anno dal 2014 al 2015 il numero dei produttori aumenta dell 8,1 per cento i trasformatori del 16 per cento e la superficie destinata alla coltivazione bio del 7,5 per cento nel grafico di destra vediamo quella che è la ripartizione del biologico in italia tra le regioni quello che emerge è che la il biologico più diffuso soprattutto nell'italia meridionale in parte anche nell'italia centrale è un pochino più arretrato in termini relativi nel settentrione al sud abbiamo anche una prevalenza di aziende di maggiori dimensioni a dimostrazione di come il bio al sud sia più evoluto per certi aspetti stabia anche un interesse economico maggiore rispetto alle altre regioni del nord italia i prodotti che provengono dall'agricoltura biologica offrono maggiori garanzie al consumatore poiché oltre ai normali controlli che vengono effettuati su tutti i prodotti alimentari hanno tutta una serie di altri controlli che certificano appunto la loro provenienza da un regime di coltivazione biologico il superamento di questi controlli consente al produttore di applicare al prodotto il marchio che certifica appunto la provenienza biologica esiste un marchio europeo nel caso dell'agricoltura biodinamica anche ulteriori marchi che certificano rispetto del protocollo dell'agricoltura biodinamica i controlli sono effettuati da degli enti certificatori individuati dal ministero i quali sono effettuano almeno un controllo ogni anno per verificare se il produttore ha rispettato i criteri appunto di produzione del biologico il produttore ha l'obbligo di tenere dei registri aziendali in cui registra tutte le operazioni che vengono fatte nella sua azienda e che vengono appunto controllati questi registri dal dall ente certificatore l'altro un altro obbligo è quello di inviare il piano annuale di produzione entro la fine dell'anno l'organismo di controllo superato i controlli il organismo certificatore consente al produttore di applicare il codice di riconoscimento del prodotto il codice consente di identificare il paese di provenienza dell'alimento l'organismo che ha certificato il rispetto del protocollo ghio identifica anche il produttore distinguere il prodotto è fresco o trasformato infine certifica un un numero di etichette e opinione comune che l'agricoltura biologica produca meno dell'agricoltura industriale in effetti esiste una vasta documentazione scientifica che rileva grosso modo una perdita di resa nel biologico del 15 mediamente del 15 20 per cento tuttavia con grandi differenze tra cultura e tra ambiti in cui sono state svolte queste prove in effetti certe circostanze il dio può produrre effettivamente meno del convenzionale tuttavia molto spesso le ragioni di queste minori rese sono dovute sono altre in particolare ci possono essere quattro ragioni prima ragione un utilizzo di genotipi selezionati in sistemi di agricoltura intensiva che quindi non sono adatti a regime biologico la conversione di un'azienda dm bio non può limitarsi semplicemente ad altri protocolli produttivi ma è un sistema completamente diverso e questa diversità consiste anzitutto nella coltivazione di genotipi di varietà di razze che sono adatte a regime bio quindi che dovrebbero essere individuati e selezionati dentro un regime pio una seconda ragione è il mancato rispetto della vocazionalità dei luoghi che evidentemente più negativo in regime biologico dove si usano meno dei dei supporti degli ausili tecnologici con cui controllare il sistema quindi incidono di più una terza ragione è l'uso della applicazione di tecniche agronomiche non del tutto appropriate come si diceva già in precedenza il bio richiede una maggiore preparazione alla maggiore accuratezza se non c'è questa maggiore preparazione maggiore a cura e chiaro che la produzione ne risente infine spesso le osservazioni vengono fatte nei primi anni di conversione al regime biologico quando i terreni risentono ancora di una scarsa fertilità dovuta a una precedente agricoltura di tipo industriale il confronto andrebbe fatto una volta che il sistema è a pieno regime esistono per altre anche delle testimonianze di produzioni regime pio superiori o comunque non inferiori all'agricoltura intensiva una molto significativa e questa realizzata dal royal institute un istituto di ricerca americano che si occupa da 40 anni di agricoltura organica di agricoltura biologica qui a in occasione del suo trentesimo anno ha pubblicato questo report in cui ha riportato i risultati di confronti effettuati su mais frumento e soia quindi sulle grandi colture che stavano l'umanità lungo un periodo di 30 anni ebbene qui sotto vediamo nel caso del mais come le rese in regime biologico non siano state inferiori anzi sono state leggermente superiori alle rese in regime convenzionale ma si vede anche come il guadagno degli agricoltori decime bio sia stato a quasi il triplo rispetto a quanto hanno guadagnato gli agricoltori convenzionali e gli impatti sono stati almeno di un terzo di meno sia in termini di consumo di energia sia in termini di emissioni di co2 l'immagine sopra della queste due zolle di terreno regime di al regime convenzionale spiegano il perché di questo risultato queste sono immagini dopo 30 anni quindi al termine della prova si vede chiaramente un colore molto più intenso nel caso della zona del terreno bio dovuto a una maggior presenza di sostanza organica il terreno regime convenzionale vedete appare scolorito impoverito e si intuisce anche una struttura molto molto meno robusta molto molto meno efficace una domanda che viene spesso posta e se tra prodotti biologici e industriali esistono effettivamente delle differenze di qualità occorre però anzitutto chiarire cos'è la qualità la qualità è un concetto complesso che ha almeno quattro componenti una componente nutrizionale che si riferisce all'apporto di principi nutritivi proteine grassi carboidrati eccetera c'è una qualità funzionale che è legata alla presenza di sostanze normalmente in concentrazioni molto basse ma che hanno un'azione benefica per sul nostro stato di salute poi c'è una qualità sensoriale che la qualità che noi corriamo con i nostri sensi potremmo sintetizzarla nel piacere quanto ci piace questo alimento e c'è una qualità sanitaria che è legata alla presenza di eventuali sostanze che possono interferire negativamente sulla salute evidentemente queste sostanze dovrebbero essere assenti dagli alimenti bene esistono tantissimi studi che hanno dimostrato che dimostrano come i prodotti bio siano superiori per tutte queste quattro componenti rispetto ai prodotti dell'agricoltura industriale sono anche state dimostrate delle correlazioni negative tra l'incidenza del cancro e il consumo di prodotti biologici cioè persone che consumano abitualmente prodotti bio tendono a essere maggiormente protetti rispetto a questa terribile malattia questo è difficile da spiegare con le analisi classiche di laboratorio sono stati allora messi a punto dei sistemi delle metodologie di analisi che potremmo definire di tipo sistemico di tipo olistico che guardano appunto la qualità complessiva dell'alimento che è data dall interazione di tutte le sue componenti assumere delle sostanze separatamente o insieme non è la stessa cosa perché se ne assumiamo separatamente perdiamo tutte queste azioni sinergiche si possono creare tra le varie molecole tra i vari composti queste metodologie di tipo olistico pro sono varie possono essere delle cristallografia possono essere delle dynamo lisi possono essere delle chromatography e qui vediamo la cristallografia applicata diversi prodotti lino uva e la riso frumento grano saraceno mais e pomodoro le immagini sono inequivocabili i prodotti biologici vedete creano delle strutture cristallografiche molto più complesse più armoniose più belle rispetto a quelle create dai prodotti convenzionali questo è attribuito a una superiore energia ordinatrice presente negli alimenti biologici prodotti biologici quest'anno normalmente di più dei prodotti convenzionali e questo rappresenta sicuramente un ostacolo alla loro diffusione queste differenze di prezzo sono però giustificate da una maggiore qualità come abbiamo visto dei prodotti biologici e anche da un maggior impegno che richiede la loro produzione nella valutazione dei corsi si deve tuttavia tenere conto di due fattori il primo è che se c'è necessità di fare dell'economia è meglio farle su altro che non sul cibo perché il cibo è ciò che interferisce direttamente col nostro benessere ed è anche fonte di piacere di qualità per la nostra vita il secondo fattore è che noi quando acquistiamo i prodotti dell'agricoltura industriale non ci rendiamo conto che in realtà paghiamo un prezzo molto più alto di quello che effettivamente scritto sul cartellino perché ci sono tutti quei costi che noi indirettamente paghiamo legati agli effetti negativi sull'ambiente la salute e sul paesaggio di questi costi li paghiamo tutti quindi dovremmo nei limiti del possibile orientare i nostri consumi sul cibo biologico sapendo che così facendo facciamo del bene a noi stessi per la nostra salute facciamo del bene l'ambiente facciamo del bene al paesaggio la agricolo jia impatta decisamente meno sui sistemi sociali sui sistemi ecologici rispetto all'agricoltura industrializzata in una prospettiva di sostenibilità quindi tutta l'agricoltura del mondo dovrebbe convertirsi all'agro ecologia questa conversione appare particolarmente utile nel territorio alpino nei territori montani in genere perché in questi territori una conversione sarebbe molto più opportuna più urgente è più agevole più opportuna perché darebbe grossi benefici alla tipicità dei prodotti al paesaggio e all'attrattiva turistica dei luoghi più urgente perché il territorio montano è particolarmente vulnerabile sotto il profilo idrogeologico e infine più agevole perché gli agro ecosistemi foraggeri fratelli le praterie permanenti che caratterizzano il sistema agricolo delle montagne è già in qualche modo un esempio di agroecologia perché questi sistemi sono già gestiti con criteri molto prossimi a quelli dell'agro ecologia.