Le rocce del Parco

UN PARCO SUL MONTE PISANO
Il Parco si trova sul Monte Pisano, un altopiano isolato con rilievi scoscesi che si estende per circa 20 km da nord-ovest a sud-est tra la valle del Serchio e la valle dell’Arno.
Il Monte Pisano non è sempre esistito, iniziò a emergere al di sopra del livello del mare circa 8 milioni di anni fa, insieme alle Alpi Apuane a nord e alla Montagnola senese e ai Monti di Monticiano-Roccastrada a sud. Tutti questi rilievi formano un unico sistema montuoso chiamato Dorsale medio toscana. Da un punto di vista geologico è, dunque, un monte che è emerso in tempi piuttosto recenti, ma le rocce che lo costituiscono sono molto antiche e raccontano una storia lunga quasi 500 milioni di anni.
Scopri la lunga storia del Monte Pisano!

Il pallino blu indica la posizione occupata dal Parco, sulla carta geologica si nota che corrisponde a una zona indicata con la sigla VEU1. Le carte geologiche mostrano le rocce affioranti in una determinata area e le rappresentano con colori diversi e con sigle. VEU1 CHE COSA RAPPRESENTA?

VEU1: LA ROCCIA DEL PARCO
In tutto il Parco affiora un solo tipo di roccia, si chiama anagenite grossolana e sulle carte geologiche è indicata con la sigla VEU1. Risale a circa 240 – 232 milioni di anni fa, è una roccia metamorfica e fa parte di un gruppo di rocce dette Formazione della Verruca o Verrucano proprio dal nome della montagna che si trova qui vicino. I valligiani del Monte Pisano usavano questa roccia per fabbricare le macine per i frantoi (foto).

DI COSA SONO FATTE LE ANAGENITI GROSSOLANE?
Le anageniti grossolane sono composte da frammenti di rocce, da quarzo ricristallizzato e da tracce di altri minerali

Il quarzo è il minerale più abbondante, in quanto è molto resistente e non è stato alterato nel tempo. I frammenti di rocce provengono da una catena montuosa più antica e sono stati trasportati dai corsi d’acqua. Tra i vari minerali presenti in tracce si trova la pirofillite.
La pirofillite è un fillosilicato di alluminio (Al) molto simile al talco, il fillosilicato di magnesio (Mg) che compone il famoso borotalco. La pirofillite, così come il talco, è un minerale tenero, leggero, untuoso al tatto e con una lucentezza madreperlacea o vitrea. Si presenta sotto forma di cristalli di colore bianco-giallastro, verde chiaro o verde-bruno, a forma di lamina sottile o di ago, disposti in aggregati raggiati oppure in aggregati che compongono delle sferette. Il termine pirofillite deriva dal greco e significa foglia di fuoco, perché se viene riscaldata si sfoglia in lamine sottili, ma non si fonde!

Cristalli di pirofillite, lunghi 2 – 3 mm, su quarzo (foto di Christian Biagioni).


STORIA DELLE ANAGENITI GROSSOLANE

CIRCA 240 – 232 MILIONI DI ANNI FA LE ROCCE SI SONO FORMATE…
La Formazione della Verruca risale a circa 240 – 232 milioni di anni fa e testimonia quando zona del Monte Pisano si trovava poco a nord dell’Equatore, ancora in ambiente di savana, in corrispondenza di una pianura circondata da colline che erano il residuo dell’antica Catena Ercinica. Il clima era caldo e semiarido, con una stagione delle piogge durante la quale si formavano corsi d’acqua temporanei che trasportavano a valle in poco tempo grandi quantità di detriti. La Formazione è costituita proprio dall’accumulo di questi detriti e successivamente è stata coinvolta negli episodi di metamorfismo legati all’orogenesi alpina, durante i quali ha acquisito l’aspetto attuale.
La formazione è composta da tre tipi di rocce che si sono formate in fasi diverse dei periodi di piena: anageniti grossolane, scisti violetti e anageniti minute.
VEU 1 – Le anageniti grossolane si sono formate durante le fasi di massima energia, quando i corsi d’acqua in piena riuscivano a trasportare anche i sedimenti più grossi, cioè le ghiaie. Nei successivi periodi secchi, i sedimenti più fini venivano trasportati lontano dal vento e si accumulavano in zone depresse, mentre le ghiaie restavano sul posto. Queste ghiaie si sono compattate e indurite in conglomerati che poi, in seguito agli episodi di metamorfismo, si sono trasformati nelle attuali anageniti grossolane.
VEU 2 – Gli scisti violetti si sono formati durante la fase finale delle piene in cui si depositavano soprattutto i sedimenti più fini, cioè i fanghi. Questi fanghi si sono poi compattati e induriti in argilliti e siltiti che, in seguito agli episodi di metamorfismo, si sono trasformate nelle attuali filladi.
VEU 3 – Le anageniti minute si sono formate nei periodi più umidi, con piene meno violente. Sono simili alle anageniti grossolane, ma sono formate da elementi più piccoli, che non superano i 2 cm di diametro, e sono molto più ricche di quarzo .
Questi tipi di rocce si ritrovano in tutti i depositi costieri da La Spezia ai Monti dell’Uccellina nel sud della Toscana e ciò testimonia che la pianura era molto ampia, con vari corsi d’acqua instabili.

CIRCA 30 MILIONI DI ANNI FA LE ROCCE SI SONO MODIFICATE…
I conglomerati si sono poi modificati (metamorfosati) quando si sono trovati in condizioni di alte temperature e alte pressioni durante i processi che hanno portato alla formazione del Monte Pisano, così come lo vediamo oggi, fino a diventare le anageniti grossolane. Il principale processo metamorfico risale a circa 30 milioni di anni fa quando l’apertura dell’Oceano Atlantico settentrionale portò alla chiusura dell’antico oceano Ligure – Piemontese e alla collisione dei suoi due margini che diede origine alla catena appenninica e all’attuale rilievo del Monte Pisano.
Durante la collisione dei due margini, le rocce sono state deformate con lo sviluppo di pieghe in condizioni di alte temperature e successivamente di faglie a temperature minori.

CIRCA 100.000 ANNI FA LE ROCCE SI SONO ALTERATE…
Nella parte alta del Parco le anageniti grossolane assumono strane forme fessurate. Queste forme sono chiamate TAFONI e si sono formate per azione di venti di mare umidi e ricchi di sale. Ciò significa che un tempo il mare era qui vicino! Durante l’Era Glaciale, a causa dell’accumulo di acqua sotto forma di ghiaccio, il livello del mare era molto più basso di quello attuale. Nei periodi più caldi, detti interglaciali, però, lo scioglimento parziale dei ghiacciai portava a una risalita del livello del mare, anche a valori più alti di quello attuale. È proprio durante uno di questi periodi interglaciali, tra 120.000 e 80.000 anni fa, che si sono formati i TAFONI del Monte Pisano.

… E IL CICLO RICOMINCIA!
Dall’erosione di queste rocce, nel corso dei milioni di anni, si potranno formare nuove rocce.


BUT – LE ROCCE PIÙ ANTICHE DEL MONTE PISANO
Le filladi e quarziti di Buti sono le rocce più antiche del Monte Pisano, risalgono a ben 500 – 450 milioni di anni fa, cioè al Periodo Cambriano dell’Era Paleozoica. Si sono formate sott’acqua per accumulo di fanghi e di sabbie che poi si sono compattati formando siltiti e arenarie che, circa 285 milioni di anni fa, durante l’orogenesi ercinica,
sono state sottoposte a metamorfismo e si sono trasformate in filladi e quarziti.
Costituiscono il basamento su cui poggia tutta la sovrastante successione sedimentaria e terminano verso l’alto con una superficie di erosione che testimonia un periodo di emersione. Sono indicate con il colore arancione e con la sigla BUT e come si può notare dalla carta geologica sovrastante affiorano anche nei dintorni del Parco.

Nell’Italia peninsulare le rocce paleozoiche affiorano solo in alcune aree della catena alpina, in Liguria e in Toscana; tra queste, le più antiche sono quelle del Cambriano e affiorano solo in Toscana proprio lungo le Alpi Apuane, il Monte Pisano, la Montagnola senese e i Monti di Monticiano-Roccastrada.


Approfondimento:  la lunga storia del Monte Pisano!