Il borgo di Montemagno

Montemagno è una frazione del comune di Calci situata a circa 200 m di altitudine nella porzione sudorientale del Monte Pisano.
Ha origini molto antiche, lo stesso nome ne è una testimonianza: deriva da Mons Janus, monte dedicato a Giano, antica divinità romana. Mons Janus fu poi trasformato in Monseianus, corrotto in Montemanius, quindi in Montemagno.

Il documento più antico in cui viene nominato Montemagno è conservato nell’archivio di Stato di Pisa ed è datato 30 Aprile 780, si tratta di un atto di donazione col quale tre fratelli di origine longobarda offrono le loro proprietà, tra cui alcune situate proprio a Montemagno, per un monastero da costruirsi accanto alla chiesa di San Savino a Ceragiolo (o Cerasiolo), a Calci, lungo il torrente Zambra. Tra il 1115 e il 1122 una piena del torrente, distrusse questi edifici che furono poi ricostruiti a Montione di Cascina. In tale documento viene citata anche la chiesa più antica di Montemagno, la Chiesa di San Martino: i tre fratelli longobardi cedono anche le loro proprietà intorno a questa chiesa.
La chiesa di San Martino (foto di Benedetto Gatti) è situata lungo il sentiero che conduce al Monte Verruca, oggi anche sede del cimitero del paese. L’attuale campanile della chiesa originariamente era una torre che, per la sua ubicazione, permetteva il controllo della via d’accesso al Monte Verruca, dove sorge tuttora una fortezza.

Nel 1025 il popolo di Montemagno costruì una propria fortezza, chiamata dagli abitanti del posto Bonifacia, da bonum facere, cioè fare bene, che nell’epoca medioevale era il motto araldico del popolo montemagnese. Nel 1076 fu costruita all’interno della fortezza una chiesa affinché il popolo potesse assistere alla messa nei momenti di pericolo. La chiesa fu dedicata a Santa Maria ad Nives (Madonna della Neve) (foto di Benedetto Gatti) a cui è dedicata anche la basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Col passare del tempo la chiesa della Madonna della Neve assunse la funzione di chiesa parrocchiale  e la chiesa di San Martino venne abbandonata, motivo per cui il paese si è prevalentemente sviluppato attorno alla fortezza Bonifacia, a discapito della località San Martino, in cui oggi è situato solo il cimitero del paese.

Una volta il paese era diviso in tre borghi principali: Villa Alta o Fortezza Bonifacia, Piè di Villa e Venezia. Solo in tempi successivi si sviluppò la zona di raccordo tra Villa Alta e Piè di Villa e nel 1770 fu costruito il Ponte di San Martino per unire Villa Alta a Venezia.

(Montemagno – Foto di Benedetto Gatti)

Il paese si estende anche lungo il torrente Zambra di Montemagno e i numerosi frantoi e mulini presenti lungo il suo corso testimoniano che tale corso d’acqua fu un’importante fonte di ricchezza per il paese. I primi mulini azionati dalla ruota ad acqua furono costruiti dopo il Mille, in tutta la valle di Calci. Lo sfruttamento di questa forza naturale permise di velocizzare i tempi di produzione delle farine. Le farine erano ricavate sia dalla macinazione dei cereali, soprattutto frumento, sia dalla macinazione delle castagne, data l’abbondanza di castagneti in tutto il territorio. In breve tempo i borghi rurali della valle di Calci passarono da una molitura per uso familiare a una vera e propria attività industriale. A partire dal 1300 la ruota idraulica, fu impiegata anche per la frangitura delle olive permettendo un più intenso sfruttamento della pasta di oliva
e, quindi, una più alta resa nella produzione dell’olio.

Nella seconda metà del 1500 Montemagno era un Comune ricco e attivo e, insieme a Calci Pieve, Tre Colli, San Vito, Castelmaggiore e Campo, partecipava con un console e due consiglieri alla formazione degli organi della Podesteria di Calci, la quale, a sua volta, con le Podesterie di Vicopisano, Cascina e Ripafratta, formava il Vicariato di Vicopisano, sede della rappresentanza diretta del Granduca di Toscana.
Nel 1573 ottenne dalla Pieve di Calci, la facoltà di battezzare alla Chiesa di Santa Maria ad Nives, a condizione del pagamento annuale alla Pieve di due libbre di cera bianca per la festa di Sant’Ermolao.
All’archivio di Stato di Firenze sono conservati ben 21 statuti di Montemagno datati tra gli inizi del 1500 e il 1718 che testimoniano le numerose attività in corso nel paese.
Nel 1776 il Granduca Pietro Leopoldo I decretò la separazione di Montemagno da Calci, con il passaggio di Calci, Castelmaggiore e Tre Colli sotto il Comune di Pisa e di Montemagno, Nicosia e parte di Rezzano sotto il Comune di Vicopisano. Questo decreto creò, da un lato, un confine puramente amministrativo tra Pisa e Vicopisano
e, dall’altro, confermò e accrebbe il Comune di Vicopisano. Tale decreto restò in vigore fino al 1867, quando, dopo una lunga controversia, Buti riuscì a ottenere un’amministrazione autonoma da Vicopisano. Nel 1884, sull’altro versante del Monte Pisano, Calci ottenne l’autonomia da Pisa e in questo contesto fu segnato anche il passaggio di Montemagno da Vicopisano a Calci.

C’era una volta nel borgo di Montemagno…

Chiesa di Santa Maria ad Nives

Chiesa di San Martino

Oratorio di San Rocco

Casa natale di Papa Eugenio III

Sculture


Bibliografia
Caciagli G. (1972) “Pisa e la sua provincia” vol. 2, Pisa, Colombo Cursi Editore.

Martini M. (2008) “La storia di Calci. Raccolta di notizie, edite ed inedite intorno a luoghi, cose, persone e fatti della valle Graziosa” Pisa, Felici Editore.