I muretti a secco

I versanti del Monte Pisano in generale, e del Parco in particolare, sono caratterizzati da terrapieni che si susseguono scendendo lungo il pendio, formando dei sistemi terrazzati.
Il sistema terrazzato è composto da 3 elementi fondamentali che insieme concorrono a rendere coltivabili i ripidi versanti del Monte e a regimare il deflusso delle acque (rete di drenaggio): 1 lenza (pianale o ripiano) elemento orizzontale dove si realizza la coltura. 2 argine elemento verticale atto a contenere il terrapieno, in genere costituito da un muretto a secco. 3 canaletta di sottoscarpa, affossatura posta alla base dell’argine, necessaria al trasporto verso valle delle acque defluite lungo il pendio.

Fanno parte della rete di drenaggio del Monte anche quegli antichi sentieri, che svolgevano la funzione di collettori delle acque provenienti dalle canalette di sottoscarpa e dalle scoline di guardia, ossia le canalizzazioni deputate al primo intercettamento delle acque meteoriche nella parte alta del Monte, quella forestale.

L’incendio del settembre 2018 ha compromesso la rete di drenaggio e cancellato l’effetto di ancoraggio che le radici degli alberi operano sul terreno. È stato dunque fondamentale ripristinare la rete di drenaggio, ricostruire i muretti a secco e svolgere una manutenzione regolare; in quanto i muretti a secco, se oggetti di incuria, tendono a spanciare e poi a crollare e le canalizzazioni, se non pulite periodicamente, tendono a intasarsi. Per questi motivi lo Sportello di Agroecologia di Calci organizza Scuole di Muretti durante le quali è possibile assistere e partecipare alla realizzazione di un muretto a secco e al ripristino delle canalette di sottoscarpa.

COME SI COSTRUISCE UN MURETTO A SECCO?
La costruzione del muretto a secco inizia con la preparazione della lenza: viene spicconato il suo margine rivolto verso valle conferendogli un’inclinazione di circa 30° verso monte, in modo tale che acquisisca una pendenza che gli permetta di accogliere più facilmente le pietre e di sostenere meglio la spinta verso valle del terrapieno. Per evitare smottamenti, anche tutta la lenza ha un’inclinazione verso monte. Poi si procede con la scelta delle pietre che costituiranno il muretto. In genere sono usate quelle a disposizione sul luogo di costruzione (spesso disossate dalla lenza stessa), garantendo così una costruzione a km 0, e vengono accuratamente selezionate dal Mastro Muraiolo, l’artigiano specializzato nella costruzione dei muretti, che sceglie ogni singola pietra perché questa si incastri perfettamente a quelle sottostanti, dando stabilità al muretto. Sul retro del muretto vengono collocate le pietre di dimensioni minori che facilitano il drenaggio dell’acqua nel terreno. Il muretto a secco è, infatti, concepito per fare fluire verso valle l’acqua in eccesso nel terreno della lenza ed è per questo che l’uso del cemento è fortemente sconsigliato, dato che renderebbe quasi impermeabile il muro. Infine si scava la canaletta di sottoscarpa, un’affossatura posta ai piedi del muretto e parallelo ad esso, in cui fluisce l’acqua drenata.

Foto di Marco Tito Fortunati
realizzate nell’ambito del progetto Arci Migranti: Muri a secco.

Sul Monte Pisano sono presenti anche dei terrazzamenti a forma di mezza luna, detti lunettamenti o lunette (foto di Maurizio Bertolini). In genere sono dedicati alle colture arboree, come olivi e castagni, e sono costruiti dove i terreni hanno pendenze superiori ai 45° e dove quindi ogni altro tipo di terrazzamento non potrebbe essere realizzato. In questo modo sono rese coltivabili terre che altrimenti rimarrebbero improduttive. Le lunette sono presenti anche al Parco, ma qui sono state realizzate, non tanto per l’acclività del pendio, quanto per la necessità di creare un raccordo tra un affioramento roccioso e l’altro.

L’unicità dell’arte di costruire muretti a secco è talmente importante da essere entrata nel patrimonio immateriale dell’UNESCO dal 1° Dicembre 2018, con la seguente motivazione: “Queste costruzioni dimostrano l’armoniosa relazione tra gli uomini e la natura e allo stesso tempo rivestono un ruolo vitale per prevenire le frane, le inondazioni e le valanghe, ma anche per combattere l’erosione del suolo e la desertificazione”.


Bibliografia
M. Galli, D. Rizzo & F. Casella (2008) “Il paesaggio terrazzato del Monte Pisano
tra permanenza e mutamenti” ETS, Pisa.
D. Rizzo, F. Casella, M. Galli & E. Bonani (2009) “La gestione delle sistemazioni idraulico-agrarie nel Monte Pisano: schede descrittive e operative” Land Lab, Scuola Superiore di Sant’Anna Pisa e Comune di Calci.