La vegetazione del Monte Pisano

La vegetazione originaria del Monte Pisano doveva essere quella tipica dell’area mediterranea con boschi di sclerofille sempreverdi nelle zone più calde, con leccio (Quercus ilex L.) dominante, e boschi misti di caducifoglie nelle zone più temperate con roverella (Quercus pubescens Willd.), rovere (Quercus petraea (Matt.) Liebl. ) e carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.).

A partire da circa 10.000 anni fa tali boschi sono stati alterati principalmente a causa dell’intervento umano: incendi, disboscamenti, impiego del suolo per l’agricoltura e per il pascolo hanno portato alla drastica riduzione degli ambienti boschivi e all’estensione di ambienti a vegetazione bassa quali la macchia e la gariga.

Il Monte Pisano, oggi, è coperto per circa 10.500 ettari da boschi, macchie e garighe.

I boschi consistono principalmente in pinete e in castagneti. Le pinete ricoprono circa il 36% del Monte e sono costituite dal pino marittimo (Pinus pinaster Aiton) in gran parte piantato dall’uomo a partire dal IX secolo, a scopo di rimboschimento, oppure diffusosi in seguito agli incendi all’interno di castagneti abbandonati andando a costituire i cosiddetti castagneti coniferati. I castagneti, invece, ricoprono circa il 25% del Monte e sono formati da castagni (Castanea sativa Mill.) sia da frutto sia da ceduo. I castagneti da frutto furono piantati a partire dal Medioevo per la raccolta delle castagne che rappresentavano un alimento importante per le popolazioni locali; oggi tali castagneti sono stati quasi tutti abbandonati, ma in alcune località sono state avviate iniziative per il loro recupero. I castagneti da ceduo, invece, sono molto più diffusi e in parte derivano da castagneti da frutto abbandonati, ancora oggi gli alberi vengono periodicamente tagliati per ricavarne legname.

Gli altri tipi di bosco presenti sul Monte hanno, invece, estensioni limitate e sono boschi misti di latifoglie decidue (robinieti, ostrieti, ontanete e querceti misti) e boschi di sclerofille sempreverdi (leccete e sugherete) quasi sempre derivati da boschi precedentemente sottoposti a ceduazione periodica.

I robinieti si trovano nelle zone fresche e umide e sono formati dalla robinia (Robinia pseudoacacia L.) una leguminosa arborea proveniente del Nord America, introdotta in Europa nel XVII secolo e ormai ampiamente naturalizzata. Gli ostrieti, le ontanete e i querceti misti, sono boschi naturali diffusi nelle zone collinari fresche e umide. Gli ostrieti sono costituiti soprattutto dal carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.) e dall’orniello (Fraxinus ornus L.) e sono presenti sui pendii ripidi, spesso tra le leccete e i castagneti. Le ontanete sono boschi igrofili presenti lungo i torrenti in cui domina l’ontano nero (Alnus glutinosa (L.) Gaertn.). I querceti misti sono formati principalmente dalla roverella (Quercus pubescens Willd.) a cui si associa, sul versante lucchese in zone fresche a bassa quota, la farnia (Quercus robur L.), mentre a nord, sia sul versante lucchese sia sul versante pisano, il cerro (Quercus cerris L.).

Nelle zone più soleggiate sono diffuse le leccete e le sugherete formate rispettivamente dal leccio (Quercus ilex L.) e dalla sughera (Quercus suber L.). Le leccete ricoprono circa il 4% del Monte e sono formate da lecci a cui possono essere associati vari tipi di alberi. Le sugherete sono più rare, derivano da una degradazione delle leccete a causa di ripetuti incendi, sono presenti solo sul versante pisano e sono formate principalmente da sughere. La sughereta più grande si trova ad Asciano in località La Mandria.

Dalla degradazione dei boschi, soprattutto causata dagli incendi, derivano macchie e garighe di vario genere. La macchia è un tipo di vegetazione denso e intricato, formato principalmente da arbusti e da alberelli spinosi, sempreverdi, aromatici, che non superano in genere i 3 m di altezza. Sul Monte Pisano esistono vari tipi di macchie caratterizzate da arbusti quali le eriche (Erica scoparia L. e Erica arborea L.), il corbezzolo (Arbutus unedo L.), la ginestra comune (Spartium junceum L.), il ginestrone (Ulex europaeus L.), il mirto (Myrtus communis L.), i cisti (Cistus salviifolius L., Cistus monspeliensis L. e Cistus creticus L. subsp. eriocephalus (Viv.) Greuter & Burdet), e da alberi quali i lecci e le sughere. Le macchie con alberi vengono definite alte, ne è un esempio quella nella Valle di Crespignano.

La gariga, invece, è una macchia ulteriormente degradata con vegetazione erbacea e arbustiva discontinua su suolo secco, povero e con roccia madre affiorante. Sul Monte Pisano è sviluppata su terreno calcareo in alcune zone quali Moriglion di Penna, Monte Cupola, San Giuliano Terme, Uliveto Terme e San Giovanni alla Vena.

Inoltre, sulla fascia pedemontana del Monte sono presenti in modo quasi ininterrotto, per circa 5500 ettari, oliveti su terrazzamenti, che costituiscono la principale e più importante coltura del Monte.