Troppi Cinghiali? Vanno segnalati!

La natura vuole che il cinghiale si procuri il nutrimento frugando il suolo alla ricerca di radici, larve di coleotteri e altre bestiole. Questo rimaneggiamento naturale del suolo giova al bosco, rende il suolo forestale più sciolto e riduce il numero di roditori che danneggiano le radici degli alberi. Espellendo sementi non digerite miste alle feci, il cinghiale propaga le piante indigene in modo del tutto naturale. Questo Suide, accurato rovistatore, si può dimostrare nocivo in caso di pressione eccessiva sul territorio.

Nei terreni agricoli danneggia le colture, in particolare nel periodo tra semina e germinazione. Nei nostri monti i danni peggiori sono inflitti al sistema terrazzato, già ampiamente compromesso per gli elevati costi in termini di manodopera per la normale manutenzione. Ultimamente il disequilibrio sembra essere proiettato verso scenari disastrosi: la mattina le pietre della parte alta dei muri a secco e quelle di coronamento si trovano rovinate sulle balze più basse, le fosse scavate nel grufolare costituiscono pericolosi punti di accumulo delle acque meteoriche che non scorrono come dovrebbero e quando scorrono si portano via il suolo “arato” e portato a nudo dal selvatico grifo. Forse è una percezione poco oggettiva della realtà, può darsi che i danni fatti “nel mio”, siano emotivamente sovrastimati. A scanso di ogni equivoco invitiamo a segnalare agli Enti competenti la situazione dei terreni che possiedi o gestisci. Di seguito trovi il collegamento ai moduli sulla prevenzione dei danni da fauna selvatica e come consegnarli alla Regione Toscana. Le informazioni sono tratte dal sito della Regione .

Il risultato negativo del passaggio di branchi di cinghiali è qui evidente dal forte contrasto tra le terre rosse (residuali della dissoluzione carsica) e le rocce carbonatiche chiare: il suolo è esposto al dilavamento e la funzione di regimazione idrica dei muretti a secco è stata distrutta. [Catro, LU. Foto di Pietro Curzio]

Moduli prevenzione danni da fauna selvatica e interventi di controllo per chi NON è iscritto a ARTEA (Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura):

Possiamo inviare le richieste alla Regione Toscana per via telematica oppure all’Ufficio Territoriale regionale competente che per Calci è:

Ufficio Territoriale

Indirizzo

cap

fax

Pisa

Via Roma, 3

56126

050/929620

Come inviare le istanze e comunicazioni: via telematica (Ap@ci, pec o fax), per raccomandata o consegna a mano

► Invio tramite posta tradizionale “cartacea”

  1. Raccomandata A/R, inviando il modulo compilato in ogni sua parte, con gli allegati richiesti, all’indirizzo dell’Ufficio Territoriale competente per territorio (vedi elenco sotto riportato). 
  2. Consegnata a mano all’Ufficio Territoriale competente o al protocollo della sede regionale di Via di Novoli 26 a Firenze. 

► Invio con modalità telematica

  1. trasmissione tramite interfaccia web Ap@ci2, registrandosi al seguente indirizzo: https://web.e.toscana.it/apaci e selezionando come Ente Pubblico destinatario “Regione Toscana Giunta“.
    Ap@ci è il sistema web che consente di inviare comunicazioni telematiche alla Pubblica Amministrazione Toscana. Attraverso la procedura è possibile inviare la documentazione in formato digitale, avere conferma dell’avvenuta consegna e ricevere l’informazione dell’avvenuta protocollazione da parte dell’Amministrazione. 
  2. trasmissione tramite propria casella di posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo PEC istituzionale di Regione Toscanaregionetoscana@postacert.toscana.it (riceve messaggi soltanto da altre caselle PEC)

I modelli per la presentazione di istanze / comunicazioni agli uffici competenti della Regione Toscana dovranno essere firmati  con le modalità di seguito indicate e inviati in formato pdf.

I documenti sono da considerarsi firmati nei seguenti casi:

  • a) sono sottoscritti con firma digitale o firma elettronica qualificata, il cui certificato sia rilasciato da un certificatore accreditato
  • b) sono inviati tramite il sistema informatico regionale denominato Ap@ci e l’autore è identificato dal sistema informatico con l’uso della carta di identità elettronica (CIE) o della Carta nazionale dei servizi (CNS, tessera sanitaria);
  • c) sono inviati tramite posta elettronica certificata (PEC) e l’autore sia identificato dal sistema informatico attraverso credenziali di accesso rilasciate previa identificazione del titolare secondo le modalità previste dalle norme e ciò sia attestato dal gestore del sistema nel messaggio o in un suo allegato;
  • d) sono sottoscritti con firma autografa per esteso e in modo leggibile acquisita mediante scansione e accompagnata dalla scansione di un documento di identità del firmatario (sottoscrittore) in corso di validità (art. 65 d.lgs. 82/2005 e art. 38 comma 3 del d.p.r. 445/2000);
  • e) il campo “oggetto” previsto dalla procedura telematica deve riportare l’oggetto dell’istanza/comunicazione e l’Ufficio Territoriale regionale di riferimento.